Onorevoli Colleghi! - Il presente disegno di legge è inteso ad assicurare la prosecuzione degli interventi e delle attività destinati a garantire il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni in Iraq, in Afghanistan, in Sudan e nei Balcani. Esso prevede altresì disposizioni per la fase di rientro dall'Iraq del contingente militare, nonché per la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia alle missioni internazionali di pace e di aiuto umanitario.
      Il provvedimento è composto da 4 articoli.
      In particolare l'articolo 1 concerne gli interventi umanitari, di stabilizzazione, di

 

Pag. 2

ricostruzione e di cooperazione effettuati a favore dell'Iraq, dell'Afghanistan, del Sudan (Darfur) e nei Balcani, a cura dei Ministeri degli affari esteri, della giustizia e della difesa.
      I commi da 1 a 9 concernono l'autorizzazione fino al 31 dicembre 2006 della spesa per la prosecuzione della missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq con la finalità di fornire sostegno al Governo provvisorio iracheno nella ricostruzione e nell'assistenza alla popolazione. Per la disciplina da applicare alla missione, è previsto il rinvio alle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 2, all'articolo 3, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e all'articolo 4, commi 2 e 3-bis, del decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o agosto 2003, n. 219. Vengono, pertanto, confermate le disposizioni intese a determinare l'indennità da corrispondere al personale inviato in missione in Iraq e il quadro normativo relativo a tutte le tipologie di intervento previste, nonché quelle che consentono al Ministero degli affari esteri di dotarsi di risorse umane aggiuntive da utilizzare nell'ambito della missione e di individuare le misure volte ad agevolare l'intervento di organizzazioni non governative che intendano operare in Iraq per fini umanitari.
      Il programma delle attività civili per il prosieguo del 2006 è stato modulato alla luce della riconfigurazione della presenza italiana in Iraq a seguito del progressivo completamento della missione militare e della decisione di parallelamente incrementare l'impegno civile. Il programma va letto alla luce della volontà, da parte dell'Italia, di accompagnare il popolo e le istituzioni irachene lungo un percorso di indipendenza, pacificazione e autodeterminazione che è andato progressivamente sviluppandosi, con l'obiettivo di portare pace, sicurezza, libertà e democrazia in Iraq.
      Il contesto nel quale si va ad operare nel secondo semestre del 2006 è caratterizzato dalla conclusione del processo politico iracheno, con l'adozione della nuova Costituzione e le elezioni politiche del 15 dicembre 2005 cui è seguita la formazione del Governo di unità nazionale guidato dal Primo Ministro Al Maliki il 20 maggio scorso. Con l'insediamento del nuovo Governo si è aperta una nuova prospettiva che da un lato vede la progressiva assunzione della responsabilità di sicurezza da parte del Governo della Repubblica dell'Iraq e dall'altro un rinnovato sforzo della comunità internazionale per contribuire alla ricostruzione economica e sociale del Paese.
      Il nuovo programma di collaborazione civile ed umanitaria alla ricostruzione e di sostegno alle Autorità irachene, che in Italia verrà coordinato, come per il passato, dalla Task Force Iraq della Direzione generale del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli affari esteri in raccordo con le varie amministrazioni ed enti italiani coinvolti, si svilupperà sul piano bilaterale e multilaterale. Sul primo piano, attraverso numerosi interventi concordati con le Autorità irachene e realizzati in Italia e in Iraq (seguendo un'articolazione tripartita già avviata nel primo semestre tramite progetti a Baghdad, in Kurdistan ed a Nassiryia). Sul piano multilaterale, tramite la partecipazione (con risorse umane e finanziarie) ad iniziative delle Agenzie delle Nazioni Unite e la prosecuzione dell'impegno nelle missioni dell'Unione europea e della NATO.
      Nell'elaborazione del programma per il secondo semestre sono state prioritariamente individuate iniziative che si saldano tematicamente agli interventi già realizzati nello scorso triennio e ne costituiscono la continuazione e l'ampliamento. Per quanto concerne le attività nella provincia del Dhi Qar, il programma stesso prevede interventi di immediato impatto realizzabili in tempi compatibili con la permanenza della cornice di sicurezza finora assicurata dal contingente militare, che verrà meno con il completamento del ritiro. Il programma prevede la realizzazione nella regione meridionale, con particolare riferimento alla provincia del Dhi Qar, di alcuni progetti di impatto immediato e ad alta visibilità (quali, ad esempio, la realizzazione di una sottostazione elettrica
 

Pag. 3

a Nassiryia centro e l'invio di cabine di distribuzione che allevino la drammatica condizione della distribuzione elettrica nell'area, eccetera), da realizzare entro la fine dell'anno prima che il ritiro del nostro contingente faccia venire meno la indispensabile cornice di sicurezza.
      Parallelamente sono previste la prosecuzione e l'intensificazione delle nostre attività di formazione, di institution e capacity building, che rimangono fondamentali in un Paese in cui sta nascendo una nuova classe dirigente. Per il secondo semestre del 2006 si è pianificata una serie particolarmente strutturata e comprensiva di programmi di formazione (tecnici nei settori elettrico, petrolifero, idrico e dei trasporti, medici, scienziati, funzionari pubblici) volti a far diventare l'Italia un vero e proprio laboratorio di formazione d'eccellenza per gli iracheni. Le attività di institution building continueranno nei consueti canali di supporto delle istituzioni centrali nei settori nevralgici dell'amministrazione dello Stato (magistratura, forze di sicurezza e settore elettorale, tra gli altri).
      Il nostro Paese, infine, è stato nell'ultimo triennio il principale punto di riferimento in materia di collaborazione culturale e di tutela del patrimonio artistico ed archeologico iracheno. Si è deciso di continuare ad operare in un settore chiave per il mantenimento di un'identità irachena condivisa, sempre più messa alla prova dalle quotidiane tensioni settarie. Il nostro contributo alla ricostruzione della Moschea di Samarra, alla ristrutturazione del Museo di Sulemanyia e della Cittadella di Erbil nella regione curda, e alla formazione di tecnici nel settore del recupero e della tutela del patrimonio culturale è concepito proprio in questo quadro di riferimento.
      Il comma 10 autorizza la spesa per interventi di cooperazione allo sviluppo in Afghanistan e nel Sudan.
      Si tratta di dare continuità e consolidamento all'azione che il Governo italiano, attraverso la cooperazione allo sviluppo, ha avviato nell'ultimo trimestre del 2001 in Afghanistan e più recentemente nel Darfur, in Sudan.
      La gran parte delle risorse impiegate in favore dell'Afghanistan sono state utilizzate per assicurare la partecipazione finanziaria italiana alle attività degli organismi internazionali e, sul canale bilaterale, alla realizzazione di interventi nel settore sanitario e alimentare, a quelli di sostegno al reinserimento dei profughi e alle attività di sminamento.
      Inoltre, particolare rilievo ha assunto l'azione italiana nel settore della riforma della giustizia, nel quale all'Italia ha assunto il ruolo di «Lead Country».
      L'azione italiana pertanto è stata caratterizzata dalla necessità di dare immediato avvio ad interventi umanitari, anche attraverso l'azione multilaterale, per fare fronte alla situazione di grave emergenza presente in Afghanistan.
      Successivamente si è passati ad una attività più mirata al rafforzamento delle nascenti istituzioni afgane e, nella prospettiva futura, si intenderebbe proseguire nel consolidamento degli interventi nel settore istituzionale e in tutti gli altri settori in cui la cooperazione italiana ha avviato le proprie iniziative, con particolare riguardo per quello sanitario.
      L'intervento in Sudan, e in particolare nel Darfur, è finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita presenti sia nei campi profughi che nelle zone immediatamente confinanti. Si tratta principalmente di interventi destinati al settore sanitario, a quello idrico e a quello della fornitura degli aiuti alimentari, in collaborazione con gli organismi internazionali.
      Il comma 11 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, un cospicuo contributo del Ministero degli affari esteri ai Fondi fiduciari della NATO, finalizzati all'assistenza e al reinserimento nella vita civile del personale militare in esubero delle aree interessate: la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Montenegro.
      Il comma 12 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per lo svolgimento in Italia del corso di formazione per magistrati e funzionari iracheni, a cura del Ministero della giustizia, nell'ambito della missione
 

Pag. 4

integrata dell'Unione europea denominata EUJUST LEX. La missione è intesa a rispondere alle impellenti necessità dell'ordinamento giudiziario penale iracheno mediante la formazione di magistrati e funzionari di medio e alto livello in materia di polizia giudiziaria, giustizia penale e organizzazione penitenziaria, al fine di migliorare la capacità, il coordinamento e la collaborazione delle diverse componenti dell'ordinamento giudiziario penale iracheno, nonché le capacità e le procedure in materia di indagini penali, nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti dell'uomo.
      Il comma 13 prevede che, con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, siano stabilite la misura delle indennità orarie e dei rimborsi forfetari delle spese di viaggio per i docenti e gli interpreti, la misura delle indennità giornaliere e delle spese di vitto per i partecipanti ai corsi e la misura delle spese per i sussidi didattici, relativamente al corso di cui al comma 12.
      Il comma 14 conferma il potere di spesa dei comandanti dei contingenti militari per interventi intesi a fronteggiare, nei casi di necessità ed urgenza, le esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino dei servizi essenziali, entro il limite di spesa autorizzato.
      L'articolo 2 concerne le missioni delle Forze armate e delle Forze di polizia.
      In particolare, il comma 1 autorizza la spesa per la fase di rientro, entro l'autunno 2006, del contingente militare che partecipa alla missione internazionale in Iraq denominata Antica Babilonia.
      Il comma 2 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la prosecuzione della partecipazione di esperti militari italiani alla riorganizzazione dei Ministeri della difesa e dell'interno iracheni, nonché alle attività di formazione e addestramento del personale delle Forze armate irachene.
      Il comma 3 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione internazionale denominata International Security Assistance Force (ISAF). La missione, a guida NATO, in linea con le risoluzioni dell'ONU n. 1386 del 20 dicembre 2001 e n. 1510 del 13 ottobre 2003, ha il compito di assistere il Governo afghano al fine di realizzare e mantenere un ambiente sicuro in Kabul e, più in generale, in tutto l'Afghanistan, favorire lo sviluppo istituzionale ed estendere l'autorità del Governo a tutto il Paese. La missione, inoltre, mira a consolidare le istituzioni politiche afghane, ad accelerare la riforma del settore della giustizia ed a promuovere i diritti dell'uomo e lo sviluppo economico e sociale. Essa, nel contempo, favorisce il disarmo, la smobilitazione e il reintegro di tutte le fazioni armate e supporta gli sforzi umanitari, di risanamento e di ricostruzione dell'Afghanistan, contribuendo ad assicurare il necessario quadro di sicurezza agli aiuti civili apprestati dall'Unione europea, dall'UNESCO, dall'UNICEF, dall'OMS, dalla FAO e dagli altri organismi internazionali di sostegno. Ancora, anche attraverso la Cellula di cooperazione civile e militare (CIMIC): contribuisce a sostenere le campagne di informazione e dei media; supporta i progetti di ricostruzione, comprese le infrastrutture sanitarie; sostiene le operazioni di assistenza umanitaria; presta assistenza sanitaria e veterinaria; sostiene gli interventi nei settori dell'istruzione e dei servizi di pubblica utilità. Nella provincia di Herat, consente la piena funzionalità della Squadra di ricostruzione provinciale (PRT), caratterizzata da una struttura mista civile e militare. Attraverso propri team specializzati, svolge, infine, attività di formazione e addestramento delle Forze armate e di polizia locali.
      Il comma 4 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale e mezzi della Marina militare italiana alla missione multinazionale già denominata Resolute Behaviour, operante nel quadro della missione Enduring Freedom, e alla missione della NATO Active Endeavour a essa collegata. Le missioni, svolte la prima nel Golfo arabico e la seconda nel Mediterraneo
 

Pag. 5

meridionale da Forze navali, in linea con le risoluzioni dell'ONU n. 1368 del 12 settembre 2001, n. 1373 del 28 settembre 2001 e n. 1390 del 16 gennaio 2002, sono finalizzate ad offrire deterrenza e protezione contro le attività terroristiche e di pirateria marittima in quelle aree e sono preposte ad attività di controllo e sorveglianza marittima, di scorta del naviglio mercantile, nonché a operazioni di contromisure per le mine. La spesa è riferita anche alla presenza di una fregata che, soltanto ipotizzata (e quindi non dotata della relativa copertura finanziaria) nel provvedimento di proroga della missione per il primo semestre 2006, è stata di fatto impiegata a decorrere dal mese di febbraio.
      Il comma 5 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alle seguenti missioni internazionali, svolte sotto l'egida della NATO, in linea con la risoluzione dell'ONU n. 1244 del 10 giugno 1999:

          a) Multinational Specialized Unit (MSU), svolta dall'Arma dei carabinieri, insieme ad appartenenti a Forze di polizia militare di altri Paesi, in Kosovo, con compiti di mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, a supporto delle autorità locali, e per il reinserimento dei rifugiati;

          b) Joint Enterprise, svolta da Forze militari, nell'area balcanica, con compiti di attuazione degli accordi sul «cessate il fuoco», di assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili;

          c) Criminal Intelligence Unit (CIU), svolta dall'Arma dei carabinieri, in Kosovo, con compiti di intelligence contro la criminalità;

          d) Albania 2, in Albania, svolta dal 28o gruppo navale, con compiti di sorveglianza delle acque territoriali albanesi, al fine di prevenire e contenere il fenomeno dell'immigrazione clandestina in Italia.

      Il comma 6 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, denominata ALTHEA, prevista dall'azione comune 2004/570/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione europea il 12 luglio 2004 e avviata a decorrere dal 2 dicembre 2004 (decisione 2004/803/PESC del Consiglio, del 25 novembre 2004), con l'obiettivo di contribuire al mantenimento delle condizioni di sicurezza per l'attuazione dell'accordo di pace di Dayton, aprendo la strada alla futura integrazione nell'Unione europea, nel cui ambito opera la missione Integrated Police Unit (IPU) con il compito di sviluppare capacità nei settori dell'ordine e della sicurezza pubblica, nonché di supportare i compiti civili connessi con gli accordi di pace.
      Il comma 7 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per il sostegno logistico della compagnia di fanteria rumena che partecipa alla missione Joint Enterprise, di cui al comma 5.
      Il comma 8 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale dell'Arma dei carabinieri alla missione dell'Unione europea in Kosovo, denominata European Union Planing Team (EUPT), di cui all'azione comune 2006/304/PESC del Consiglio, del 10 aprile 2006, con l'obiettivo - in relazione al processo di determinazione del futuro status del Kosovo - di avviare la pianificazione per assicurare una fluida transizione di compiti dall'UNMIK a una futura operazione dell'Unione europea di gestione delle crisi principalmente nel settore dello Stato di diritto.
      Il comma 9 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione internazionale Temporary International Presence in Hebron (TIPH 2), Forza multilaterale con il compito di contribuire alla sicurezza del territorio mediante attività di monitoraggio e osservazione. La missione, che non ha compiti militari o di polizia, è stata voluta dal Governo d'Israele e dall'Autorità nazionale palestinese, firmatari dell'Accordo interinale sulla West Bank e sulla Striscia di Gaza del 28 settembre 1995. Tale Accordo

 

Pag. 6

prevedeva, oltre al ripiegamento dell'esercito israeliano da una parte della città di Hebron, anche la presenza temporanea di una forza di osservatori internazionali. Sia il Governo di Israele sia l'Autorità palestinese hanno dichiarato di gradire, nel corpo degli osservatori, la presenza di un contingente italiano, le cui qualità furono valutate positivamente nel 1994 durante la prima operazione ad Hebron, denominata TIPH1. Alla missione partecipano Danimarca, Italia, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia.
      Il comma 10 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah, denominata European Union Border Assistance Mission in Rafah (EUBAM Rafah), di cui all'azione comune 2005/889/PESC del Consiglio, del 12 dicembre 2005, istituita dall'Unione europea su invito del Governo di Israele e dell'Autorità nazionale palestinese e intesa ad assicurare la presenza di una parte terza al valico di Rafah, al fine di contribuire all'apertura della frontiera tra Gaza e l'Egitto. La missione, collocandosi nel più ampio contesto degli sforzi compiuti dall'Unione europea e dalla comunità internazionale per sostenere l'Autorità nazionale palestinese nell'assunzione di responsabilità per il mantenimento dell'ordine pubblico, dovrà contribuire allo sviluppo delle capacità palestinesi di gestione della frontiera a Rafah, nonché assicurare il monitoraggio, la verifica e la valutazione dei risultati conseguiti nell'attuazione degli accordi in materia doganale e di sicurezza.
      Il comma 11 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione dell'Unione europea di supporto alla missione dell'Unione africana nella regione del Darfur in Sudan, denominata AMIS II, per il rispetto dell'accordo sul «cessate il fuoco» fra le due parti in lotta, siglato l'8 aprile 2004, e la protezione degli osservatori. Questo accordo ha consentito lo schieramento, a decorrere dall'estate del 2004, di un contingente dell'Unione africana (UA), costituito da unità militari di Nigeria, Ruanda, Kenia, Sudafrica, Gambia e Senegal, nell'ambito della cosiddetta «Missione dell'Unione Africana in Sudan» (AMIS), che dispone anche di osservatori, elementi di polizia e personale civile, per far fronte all'emergenza umanitaria che ha reso necessario l'intervento. Nell'autunno successivo, l'operazione è stata potenziata, assumendo la denominazione ufficiale di AMIS II. L'Unione europea contribuisce ad AMIS II con finanziamenti e personale impiegato in qualità di osservatore.
      Il comma 12 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione di polizia dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo, denominata EUPOL Kinshasa, di cui all'azione comune 2004/847/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione europea il 9 dicembre 2004, con funzioni di controllo, guida e consulenza dell'unità integrata di polizia (IPU) costituita a Kinshasa, nell'ambito della Forza di polizia locale, con finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo e con ulteriori contributi dell'Unione europea e degli Stati membri. La missione si inquadra negli sforzi che l'Unione europea sta compiendo per ristabilire la sicurezza e il rispetto delle leggi nella Repubblica democratica del Congo, in stretta collaborazione con la missione ONU MONUC, e, a seguito di specifica richiesta del Governo congolese, di contribuire ad assicurare la protezione delle istituzioni statali e a rinforzare l'apparato di sicurezza interno del Congo. Attualmente contribuiscono alla missione Italia, Portogallo, Francia, Belgio, Svezia, Svizzera, Turchia, Olanda, Canada.
      Il comma 13 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale militare alla missione militare dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo, denominata EUFOR RD CONGO, di cui all'azione comune 2006/319/PESC del Consiglio, del 27 aprile 2006. Nell'ambito del complessivo impegno dell'Unione europea per sostenere il processo di transizione della Repubblica democratica del Congo verso
 

Pag. 7

l'istituzione dello Stato di diritto, la missione ha il compito di assistere la missione di osservazione delle Nazioni Unite (MONUC) durante il processo elettorale, momento fondamentale per la riconciliazione nazionale e il ristabilimento a lungo termine della pace e della stabilità.
      Il comma 14 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione delle Nazioni Unite denominata United Nations Peacekeeping Force in Cipro (UNFICYP), di cui alla risoluzione n. 1642 adottata dal Consiglio di sicurezza il 14 dicembre 2005. L'UNFICYP ha il compito di contribuire alla stabilizzazione dell'area, prevenendo possibili scontri tra le etnie greca e turca residenti nell'isola e svolgendo attività di assistenza umanitaria. Nel suo ambito opera l'UNPOL con compiti di monitoraggio presso le stazioni di polizia nella Buffer Zone.
      Il comma 15 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale militare del Corpo della guardia di finanza alla missione denominata United Nations Mission in Kosovo (UNMIK), Forza internazionale dell'ONU delegata all'amministrazione civile del Kosovo. La missione UNMIK ha il compito di organizzare le funzioni amministrative essenziali, creare le basi per una solida autonomia e autogoverno del Kosovo, facilitare il processo politico per determinare il futuro status del Kosovo, coordinare gli aiuti umanitari di tutte le agenzie internazionali, fornire sostegno alla ricostruzione delle infrastrutture più importanti, mantenere l'ordine pubblico, far rispettare i diritti umani, assicurare la sicurezza e il regolare ritorno in Kosovo di tutti i rifugiati e i dispersi.
      Il comma 16 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione ISAF, con il compito di svolgere attività didattica a favore del personale afghano, orientata alla specializzazione in tema di contrasto e repressione delle violazioni doganali, mediante corsi tenuti a Herat.
      Il comma 17 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK in Kosovo.
      Il comma 18 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la proroga dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica.
      Il comma 19 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale dell'Arma dei carabinieri alla missione in Bosnia-Erzegovina denominata EUPM, nella quale è coinvolto personale proveniente da quarantadue Paesi, con il compito di assicurare il proseguimento delle attività di riorganizzazione delle locali Forze di polizia. Il mandato della missione, in linea con gli obiettivi generali stabiliti nell'Accordo di Dayton, consiste nello stabilire dei dispositivi di polizia sostenibili sotto l'autorità della Bosnia-Erzegovina conformemente alle migliori pratiche europee e internazionali, elevando in tale modo gli standard della polizia della Bosnia-Erzegovina. Il 24 novembre 2005 l'Unione europea, su invito delle Autorità bosniache, ha focalizzato il mandato della missione sul supporto alla lotta contro il crimine organizzato e sul processo di riforma della Polizia.
      Il comma 20 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alle attività per l'istituzione di una missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione delle frontiere e dei controlli doganali in Moldavia e Ucraina; la missione contribuirà a potenziare le capacità dei servizi moldavi e ucraini a garantire adeguati controlli di frontiera e doganali lungo la frontiera comune.
      Il comma 21 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea in Palestina, denominata European Union Police Mission for the Palestinian Territories (EUPOL COPPS), di cui all'azione comune 2005/797/PESC del Consiglio, del 14 novembre
 

Pag. 8

2005, con compiti di assistenza alla polizia palestinese.
      Il comma 22 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la permanenza in Afghanistan di un funzionario diplomatico con l'incarico di consigliere diplomatico del comandante del contingente militare che partecipa alla missione ISAF.
      Il comma 23, in materia di trattamento economico accessorio da erogare al personale che partecipa alle missioni previste dal presente provvedimento, al comma 1, conferma i criteri di attribuzione dell'indennità di missione di cui al regio decreto 3 giugno 1926, n. 941, che viene corrisposta secondo misure percentuali calcolate sulle diarie previste dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 13 gennaio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del 3 marzo 2003, diversificate in ragione della circostanza che il personale sia compreso in un contingente ovvero debba provvedere personalmente al vitto e all'alloggio.
      Il comma 24, in linea con le previsioni dei precedenti provvedimenti di proroga delle missioni, dispone, per il personale impiegato nella missione riguardante lo sviluppo dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica, la corresponsione del trattamento economico di cui alla legge 8 luglio 1961, n. 642, calcolando l'indennità speciale nella misura del 50 per cento dell'assegno di lungo servizio all'estero.
      Il comma 25 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per l'estensione del trattamento assicurativo previsto per i contingenti militari che partecipano alle missioni internazionali anche al personale dell'Arma dei carabinieri impiegato in Iraq per il servizio di protezione e sicurezza dell'Ambasciata d'Italia e del Consolato generale, in considerazione del particolare rischio cui è soggetto il personale in questione.
      Il comma 26 conferma, riguardo al personale militare impiegato nelle missioni Antica Babilonia, Enduring Freedom, Active Endeavour e ISAF, l'applicazione delle disposizioni del codice penale militare di guerra (come modificato dal decreto-legge 1o dicembre 2001, n. 421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio 2002, n. 6, dal decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 15, e dal decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n. 42) e della disciplina prevista dall'articolo 9 del citato decreto-legge n. 421 del 2001, in materia di misure restrittive della libertà personale, di udienza di convalida dell'arresto in flagranza e di interrogatorio della persona destinataria di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nonché delle disposizioni in deroga alle norme sulla procedura penale militare e sulla costituzione degli organi giurisdizionali militari di guerra.
      Il comma 27 conferma, per il personale impiegato nelle restanti missioni internazionali, l'applicazione del codice penale militare di pace e dell'articolo 9 del citato decreto-legge n. 421 del 2001, nella parte in cui dispone in materia di misure restrittive della libertà personale, di udienza di convalida dell'arresto in flagranza e di interrogatorio della persona destinataria di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
      Il comma 28 condiziona la punibilità dei reati commessi in territorio iracheno e afghano, a danno dello Stato ovvero dei cittadini italiani che partecipano alle missioni Antica Babilonia, Enduring Freedom, Active Endeavour e ISAF, alla richiesta del Ministro della giustizia, sentito il Ministro della difesa per i reati commessi a danno di appartenenti alle Forze armate. La disposizione è intesa a consentire all'autorità di Governo di valutare preventivamente la corrispondenza dei fatti-reato ai delitti contro la personalità dello Stato, per i quali l'articolo 7 del codice penale prevede l'incondizionata punibilità e la procedibilità assoluta nei confronti dei presunti colpevoli. L'esperienza maturata durante lo svolgimento delle missioni internazionali ha suggerito di verificare in concreto che le azioni delittuose siano
 

Pag. 9

idonee a mettere in pericolo interessi vitali dello Stato, subordinando l'avvio dell'azione penale da parte della magistratura ordinaria all'effettiva aggressione dei beni giuridici primari protetti dai delitti contro la personalità dello Stato.
      Il comma 29 è inteso a concentrare sul Tribunale di Roma la cognizione dei reati di cui al comma 28, in analogia con quanto già previsto e favorevolmente sperimentato per i reati militari commessi durante lo svolgimento delle missioni, per i quali è competente unicamente il Tribunale militare di Roma. La disposizione è diretta a evitare conflitti di competenza e consentire unicità di indirizzo nella qualificazione delle fattispecie, nonché un più diretto ed efficace collegamento tra l'autorità giudiziaria ordinaria e quella militare.
      Il comma 30 conferma il limite complessivo di spesa (euro 50.000.000) entro il quale, in relazione alle missioni internazionali di cui al presente provvedimento, il Ministero della difesa può ricorrere ad acquisti e lavori da eseguire in economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato e ai capitolati d'oneri, per corrispondere alle esigenze di revisione generale di mezzi da combattimento e da trasporto, di esecuzione di opere infrastrutturali aggiuntive e integrative e di acquisizione di apparati di comunicazione e per la difesa nucleare, biologica e chimica, estendendo altresì tale disciplina agli acquisti di materiale d'armamento, di equipaggiamenti individuali e di materiali informatici.
      Il comma 31 prevede che i mezzi e materiali, escluso il materiale d'armamento, utilizzati a supporto dell'attività operativa dei contingenti militari impiegati in missioni internazionali, per i quali non risulta conveniente il rimpatrio in relazione ai costi di trasporto, possa essere ceduto in loco, a titolo gratuito, alle Forze armate e alle Forze di polizia estere, ad autorità locali, a organizzazioni internazionali non governative ovvero a organismi di volontariato e di protezione civile, prioritariamente italiani, ivi operanti. La disposizione risponde all'esigenza di consentire, nell'ambito dei piani di rientro dei contingenti militari impiegati all'estero, il contenimento dei costi di trasporto per il rimpatrio di mezzi e materiali al seguito. La normativa vigente (articolo 49, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388; decreto del Ministro della difesa 30 novembre 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 39 del 15 febbraio 2002) consente che la cessione a titolo gratuito possa avere luogo solo a seguito di due esperimenti di vendita con esito negativo. L'applicazione di tale normativa risulta spesso difficoltosa in relazione al contesto sociale ed economico della zona di operazioni, con la conseguenza di dover disporre il rimpatrio di mezzi e materiali, ormai fortemente usurati, a prescindere dalla relativa convenienza economica, salvo prevedere la permanenza di personale militare in loco per l'eventuale espletamento delle procedure di vendita con inevitabili costi aggiuntivi a carico della Difesa. È previsto che, con decreto ministeriale, vengano disciplinate le modalità di cessione dei materiali e mezzi.
      Il comma 32 autorizza la cessione a titolo gratuito al Governo iracheno di sei motovedette del Corpo delle capitanerie di porto dismesse, che possono trovare ancora utile impiego nella Marina irachena. Al riguardo, il Governo iracheno ha formulato la richiesta di cessione di mezzi idonei a integrare il dispositivo di sorveglianza delle zone costiere in funzione di sicurezza e di tutela ambientale. Le previste cessioni si inseriscono nel programma di attività volte alla ricostruzione delle capacità delle forze di sicurezza irachene.
      Il comma 33 conferma la valutazione del servizio prestato nelle missioni internazionali ai fini dell'avanzamento degli ufficiali al grado superiore.
      Il comma 34 prevede che, per le esigenze connesse con le missioni internazionali, anche nell'anno 2006 possano essere richiamati in servizio, a domanda, quali ufficiali delle forze di completamento, gli ufficiali appartenenti alla riserva di complemento, altrimenti non richiamabili in base alla normativa generale
 

Pag. 10

(articolo 64 della legge 10 aprile 1954, n. 113). La disposizione consente, in via temporanea e solo per le esigenze connesse con le missioni internazionali, di ampliare il bacino degli ufficiali richiamabili nelle forze di completamento, potendo attingere a personale appartenente a fasce di età superiore, comprese tra i quarantacinque e i sessantacinque anni, al fine di consentire alle Forze armate di avvalersi di pregiate professionalità presenti in tali ambiti.
      Il comma 35 rinvia a talune disposizioni del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 15, per la disciplina da applicare al personale e per le previsioni necessarie a corrispondere alle particolari esigenze connesse con le missioni internazionali, salvo gli adeguamenti previsti dal presente provvedimento. Rimangono, pertanto, disciplinati dal provvedimento in parola:

          le ulteriori modalità di attribuzione al personale dell'indennità di missione prevista dal regio decreto 3 giugno 1926, n. 941 (articolo 2, commi 2 e 3);

          il trattamento assicurativo e il trattamento pensionistico nei casi di decesso e invalidità per causa di servizio e, altresì, i casi di infermità contratta in servizio (articolo 3);

          le previsioni per il personale in stato di prigionia o disperso (articolo 4);

          le fattispecie in materia di rilascio dei passaporti, orario di lavoro e accesso alle utenze telefoniche di servizio (articolo 5);

          l'estensione della disciplina prevista dallo stesso decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 15, al personale civile eventualmente impiegato nelle missioni, con esclusione delle disposizioni penali (articolo 7);

          le fattispecie in materia contabile, relative all'Amministrazione della difesa, riguardanti la possibilità di attivare le procedure d'urgenza per l'acquisizione di beni e servizi in caso di impossibilità a provvedere attraverso contratti accentrati già operanti, al fine di assicurare il rapido approvvigionamento dei contingenti, e l'autorizzazione a ricorrere, in caso di necessità e urgenza, ad acquisti e lavori da eseguire in economia (articolo 8, commi 1 e 2);

          il prolungamento, previo consenso dell'interessato, del periodo di ferma dei volontari in ferma annuale fino a un massimo di nove mesi (articolo 9);

          le fattispecie a salvaguardia del personale impiegato nelle missioni, intese a garantire la possibilità, al rientro, di partecipare ai concorsi interni banditi dall'amministrazione con il diritto, se vincitore, all'attribuzione della stessa anzianità giuridica dei vincitori del concorso per il quale ha presentato domanda (articolo 13).

      Il comma 36 autorizza, fino al 31 dicembre 2006, la spesa per la prosecuzione dello studio epidemiologico di tipo prospettico seriale, avviato all'inizio dell'anno 2004 (articolo 13-ter del decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004, n. 68), indirizzato all'accertamento dei livelli di uranio e di altri elementi potenzialmente tossici presenti in campioni biologici di militari impiegati nelle missioni internazionali, al fine di individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire fattore di rischio per la salute. Tale attività di ricerca scientifica, avviata a fini di prevenzione sanitaria, attraverso l'accertamento dei livelli di uranio e di altri elementi potenzialmente tossici presenti in campioni biologici di militari impiegati in missioni internazionali, consentirà di individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire, in termini statisticamente validati, fattori di rischio per la salute del personale militare impiegato nelle missioni internazionali. Lo stanziamento previsto è inteso a finanziare le operazioni di rientro in patria dei campioni da prelevare sul personale militare che lascerà il teatro operativo. Lo studio epidemiologico è indirizzato su un

 

Pag. 11

campione di circa 1.000 militari appartenenti ai contingenti di rotazione impiegati nelle missioni internazionali, i quali vengono sottoposti, su base volontaria, ad accertamenti di laboratorio, prima e al termine dell'impiego in zona di operazioni. Questo tipo di ricerca consentirà di acquisire risultati più attendibili rispetto a quelli desumibili dalle analisi epidemiologiche retrospettive eseguite in passato, realizzando il migliore controllo possibile dei cosiddetti «fattori di confondimento». Data la complessità degli esami di laboratorio richiesti, lo studio, coordinato dalla Direzione generale della sanità militare del Ministero della difesa, viene svolto in collaborazione con istituti scientifici e di ricerca.
      L'articolo 3 prevede la clausola di copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione della legge.
      L'articolo 4 prevede, al comma 1, la clausola di salvaguardia degli atti adottati, delle attività svolte e delle prestazioni effettuate dal 1o luglio 2006 alla data di entrata in vigore della legge e, al comma 2, stabilisce il termine di entrata in vigore della legge.